LE IDROMAFIE SPORCANO LA RISORSA ACQUA

Le acque sotterranee sempre più a rischio

Presentazione del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022 «Acque sotterranee. Rendere visibile la risorsa invisibile»

Rappresentando circa il 99% di tutta l’acqua dolce allo stato liquido sulla Terra, le acque sotterranee possono offrire alle società enormi vantaggi e opportunità sul piano sociale, economico e ambientale fornendo già la metà del volume di acqua prelevata dalla popolazione mondiale per uso domestico, compresa l’acqua potabile utilizzata dalla maggior parte della popolazione nelle aree rurali che non è collegata ai sistemi pubblici o privati di approvvigionamento idrico, e circa il 25% di quella prelevata per l’irrigazione. Tuttavia, questa risorsa naturale è spesso poco conosciuta e, di conseguenza, sottovalutata, mal gestita e persino sprecata. Le acque sotterranee sono fondamentali per la lotta alla povertà, per la sicurezza alimentare e idrica, per la creazione di posti di lavoro dignitosi, per lo sviluppo socioeconomico e per la resilienza delle società e delle economie ai cambiamenti climatici.

Si avvia così il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022 «Acque sotterranee. Rendere visibile la risorsa invisibile» presentato presso la sala consiliare dell’Ordine degli avvocati di Bari durante l’evento organizzato anche dall’Ordine dei geologi della Puglia (Org).

Una risorsa ignorata

Noi di «Villaggio Globale» abbiamo parlato con Maurizio Montalto, avvocato specialista in «diritto e gestione dell’ambiente» e presidente nazionale Movimentoblu.

Quello che abbiamo approfondito durante la chiacchierata è come viene utilizzata la risorsa idrica per uso civile, agricolo e industriale, e le relative dispersioni che avvengono sulla distribuzione della risorsa nelle grandi città con un dato in calo che dal 40% passa, ultima analisi Istat, al 36%. Ma parlare del problema della dispersione delle acque nella distribuzione alle grandi città è marginale in quanto l’argomento centrale è l’incapacità di non «sporcare» le acque sotterranee, si pensi ad esempio ai Pfas, al percolato, alla marmettola. Quello che inquina le acque sono le Idromafie che sino ad ora non sono state inquadrate con particolare attenzione. Quello che è importante fare è leggere le politiche nazionali per dare dati veri e reali e diffondere consapevolezza nelle produzioni industriali, situazione aggravata nel suo complesso dai cambiamenti climatici in atto.

Le soluzioni

Le soluzioni ci sono; bisogna orientarsi verso l’utilizzo delle tecnologie ecocompatibili. La visione che c’era nel ’97, quando con il Decreto Ronchi si cominciava a normare l’ambiente, è cambiata. Non ci si può più affidare alla costruzione dei grandi impianti bensì approdare ai piccoli impianti meno impattanti sul territorio. Importante è anche che la politica intervenga nella giusta maniera e in tal senso il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019 «Nessuno sia lasciato indietro» è illuminate in quante evidenzia come gli investimenti in tema acque siano effettuati principalmente nelle aree residenziali mentre nelle aree periferiche risultano sostanzialmente assenti con un costo delle acque che risulta maggiore.

Bisogna creare distretti decisionali in tutte le aree urbane portatrici di interessi diffusi e collettivi. Montalto ha quindi affrontare il tema, ad esempio, del Bonus idrico che detto così lascia immaginare che si stia agendo sulle fasce più disagiate ma è forviante perché sostanzialmente parliamo di un recupero credito. Ci sono infatti delle fasce di popolazione che non possono pagare il consumo di acqua e il loro debito viene spalmato sulle fasce un po’ meno deboli al fine di garantire che le corporazioni incassino il 100% del dovuto.

Si è parlato quindi delle discriminazioni indirette che in Italia vedono l’impossibilità di allacciare alla rete idrica insediamenti informali, fabbricati abusivi, che di fatto provocano un danno nelle baraccopoli abitate a livello mondiale da circa un miliardo di persone, le fasce più deboli, non arrecando alcun impatto sull’abusivismo dove l’acqua circola liberamente. Stesso dicasi anche per la Legge Lupi con la quale si continuano a perseguitare i poveri. Uno scoop sono gli argomenti dii cui tratteranno i prossimi due rapporti ossia Cooperazione nel 2023 e Donne nel 2024.

La situazione in Puglia

Abbiamo poi voluto porre alcune domande a Salvatore Valletta, già presidente dell’Org e segretario nazionale della Società italiana di geologia ambientale (Sigea).

Quale la situazione in Puglia, e questo considerando l’intrusione salina e l’assenza di precipitazioni che si stima saranno assenti sino a fine novembre?

Nella nostra regione si registrano da anni forti abbassamenti dei livelli delle acque sotterranee dal Tavoliere al Salento, una tendenza molto preoccupante per lo stato quantitativo della risorsa.

Gli approfondimenti della Regione dell’ambito del primo aggiornamento del Piano di tutela delle acque, in attesa di approvazione definitiva, risultano 20 corpi idrici «a rischio» e solo 2 corpi idrici «non a rischio» di non raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dalla Direttiva 2000/60/CE. La Regione è impegnata nel monitoraggio delle acque sotterranee e dal 2015 con il progetto intitolato al prof. Maggiore vengono controllate periodicamente le acque attraverso circa 400 pozzi e verificando anche la contaminazione salina. Tutta la fascia costiera regionale risente fortemente della contaminazione salina che tende ad estendersi sempre di più verso l’interno compromettendo la qualità delle acque sotterranee. Questo fenomeno oltre al livello di ricarica degli acquiferi e agli eccessivi emungimenti è anche da mettere in relazione ai cambiamenti climatici e alla tendenza all’innalzamento del livello del mare. Una recente proposta di classificazione dello Stato chimico triennale 2016-2018 a cura dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) Puglia evidenzia una valutazione intermedia dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei nel sessennio di monitoraggio 2016-2021 con n.3 corpi idrici in stato «buono» (Falda sospesa di Vico Ischitella, Alta Murgia e Salento leccese centrale); n.23 corpi idrici in stato chimico «scarso».

È evidente la necessità di una costante attenzione per la tutela del grande corpo idrico sotterraneo dell’Alta Murgia.

Quali le Leggi regionali di tutela della risorsa?

In Puglia è vigente la Legge regionale 5 maggio 1999, n. 18 «Disposizioni in materia di ricerca ed utilizzazione di acque sotterranee» più volte modificata e integrata. La Regione ha attivato negli ultimi anni l’informatizzazione dei procedimenti riguardanti le derivazioni di acqua pubblica attraverso il portale www.sit.puglia.it. I dati informatizzati sono importanti ai fini della valutazione del bilancio idrico delle acque sotterranee, elemento di fondamentale importanza per le decisioni più coerenti per la tutela della risorsa. La Regione ha in itinere una nuova Legge regionale che nel superare la n. 18 del 1999 mira ad aggiornare la materia anche con riferimento dei relativi canoni di concessione.

Elsa Sciancalepore