Fiume Ofanto così la vera tutela”

di R.M. Dellisanti  Gazzetta del Mezzogiorno 15/02/2012

Credo che sia il caso di fare un po’ di chiarezza in merito alle recenti problematiche e affermazioni sulla tutela idrogeologica del fiume Ofanto.

Sulla foce del fiume Ofanto lato sinistra Margherita da diversi anni è stato approvato il progetto per la realizzazione di un mega villaggio turistico residenziale, realizzato solo in minima parte per i vincoli imposti dal PAI.

La parte realizzata è stata anche, in parte, costruita su area SIC e solo ha di recente ha ricevuto le relative autorizzazioni perché si è dotata di opere provvisorie in grado di mitigare il rischio idrogeologico per le costruzioni, mediante la creazione di una esigua barriera in terra battuta.

Sull’area permane ancora il vincolo di zona ad alta probabilità di esondazione del fiume Ofanto, a causa delle piene cicliche che interessano il fiume.

I pochi fondi CIPE stanziati dal Ministero dell’Ambiente, perla Regione Puglia, ammontano a 175 milioni e 566 mila euro suddivisi in  84 interventi e gli stessi appaiono insufficienti per fronteggiare il dissesto idrogeologico che interessa l’intero territorio regionale, pertanto occorrerà effettuare delle priorità.

Quello che si teme è che questi fondi possano di colpo con un tocco di bacchetta magica in nome della protezione idrogeologica per le costruzioni già realizzate essere utilizzati per creare opere definitive in grado di proteggere quanto già realizzato in prossimità della foce, come ad es. realizzare ex novo il prolungamento dell’argine di sinistra o innalzare, sempre in prossimità della foce, gli argini per evitare la tracimazione. Gli stessi fondi invece potrebbero riguardare opere con maggiore valenza pubblica per mettere in sicurezza gli argini del fiume nel tratto più interno, bucati in diverse parti, o pulire il letto del fiume dai rilevanti e ingombranti rifiuti, o esercitare un’azione incisiva su quanti abusivamente occupano parte di territorio demaniale  per indurli a ripristinare l’habitat naturale. Si teme cioè che ancora una volta i soldi pubblici finiscano con la motivazione della tutela idrogeologica, per salvaguardare interessi di natura privata.  

A tal proposito è importante osservare come la lottizzazione si spinge proprio a ridosso della futura area Parco, in  zona1 cioè quella parte del territorio destinato alla riserva integrale, posta  proprio in prossimità della foce dell’area Parco in piena zona tutelata dall’Unione Europea (SIC).

Allo stesso modo è sintomatico osservare che nella perimetrazione del Parco, in prossimità della foce, non esiste la zona2, cioè quella di rispetto, come se qualcuno avesse volutamente dimenticato di inserire una fascia di protezione in una porzione del territorio particolarmente fragile qual è la foce.

E’ per tale ragione che sollecito il Consigliere Mennea, a farsi promotore, affinché venga nominato un Commissario ad acta, per il Parco del fiume Ofanto, in grado di far decollare le strutture tecniche bloccate dal oltre quattro anni e creare finalmente l’Ente Parco fiume Ofanto, ritenendo che l’Ente Parco rappresenti ultimo baluardo a difesa del fiume in grado di assicurare, per i suoi fini istituzionali, le priorità degli interventi sul fiume nell’interesse  e per la salvaguardia del territorio ofantino.

Si rimane sconcertati nel constatare che sempre con maggior frequenza si dimentica che la foce del fiume Ofanto è area S.I.C. (Sito d’Interesse Comunitario), tutelato dalla Giunta Regionale della Puglia, con delibera n. 1157 dell’8 agosto 2002. Nella motivazione istitutiva dell’area SIC, quale recepimento della  direttiva 92/43/CEE, si evidenzia come “ il sito è di elevato valore paesaggistico ed archeologico ed è considerato il più importante ambiente fluviale della Puglia. A tratti la vegetazione ripariale a Populus alba presenta esemplari di notevoli dimensioni che risultano fra i più maestosi dell’Italia Meridionale. Unico sito della regione in cui è segnalata la presenza della Lontra (Lutra lutra), specie protetta in via di estinzione “

Ci sono cioè tutti gli elementi per giocare la carta della sostenibilità del suolo anziché quella dell’uso del suolo. Il territorio, così come già ribadito dall’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, nel recente convegno svoltosi a Barletta è già stato oggetto di abuso e non può più tollerare nuova antropizzazione. La foce deve essere lasciata libera in grado di accogliere anche l’onda di piena e permettere al fiume di esondare nella golena per smorzare in questo modo la furia impetuosa anche se ciò è in contrasto con gli interventi che consumano suolo. 

Se ciò non dovesse accadere, alle future generazioni avremo ben poco da lasciare in eredità.

Geol. Ruggiero Maria Dellisanti